«Dica 33» è stato da sempre il metodo utilizzato per controllare il nostro stato di salute.
Ed è così che, dicendo trentatré, quest’angolo di bellezza casertana ha dimostrato davvero di essere in ottima forma.
Chi sono “i 33 d’Italia”
“I 33 d’Italia” è un evento itinerante che ogni anno vede riunirsi 33 cantine (e 33 amici) per far conoscere l’Italia del vino in giro per la penisola.
Quest’anno è toccato alle Cantine Alois ospitare a Pontelatone, alle pendici dei Monti Caiatini, questa bella e interessante manifestazione e, diciamolo, è andata alla grande.
L’ingranaggio ha funzionato perfettamente, sia perché tutto si è svolto nella loro splendida struttura ottocentesca – parte di ciò che un tempo fu una riserva di caccia borbonica – con un servizio attento e professionale curato dall’ AIS Sommelier Caserta, sia perché gli show cooking e le degustazioni hanno visto la presenza dei migliori chef e produttori del territorio.
Non è mancato il tocco fine, garbato e delicato di Roberto Martino, già chef stellato del ristorante “Il Vairo del Volturno” di Vairano Patenora. Assaggiare anche solo una sua piccola preparazione equivale a riscoprire le tradizioni di quest’angolo di terra campana e i sapori più veri di un pezzo di cuore casertano. Così è stato anche stavolta: nelle sue creazioni, l’equilibrio la fa sempre da padrone, e lo si è notato dall’incontro tra la cipolla alifana e il lupino gigante di Vairano, ma anche con l’arte sapiente di “ingentilire” i tagli di carne meno nobili.
I vini cru di Alois
È stata anche l’occasione per provare i tre “cru” aziendali, ottenuti dopo dieci anni di sperimentazioni dai vigneti più vocati posti a 350 metri s.l.m., ai piedi del Monte Friento, in località Audelino e impiantati alla fine degli anni novanta.
Si tratta di “Morrone” (pallagrello bianco), “Murella” (pallagrello nero) e “Trebulanum” Riserva (casavecchia). Tre cru aziendali che negli anni sono riusciti a dare vita ad uve con ph al di sotto di 3,20.
Da questa idea è nato il progetto di zonazione dell’Alta Campania, che si concluderà quest’anno, con la pubblicazione di un Atlante, comprendente aspetti storici e geologici e con un focus su ogni azienda del territorio analizzato.
Fare rete: il progetto Pizza Hub partito da Franco Pepe
È il concetto di fare rete che qui riesce davvero bene e lo testimonia anche il progetto “Pizza Hub”, partito dalla pizza di Franco Pepe ma che mette in rete trenta operatori del territorio, attraverso un attento percorso di formazione.
La collaborazione ha portato alla creazione di una guida digitale, creata da Pizza Hub – Viatoribus, dove poter trovare un “itinerario” enogastronomico che valorizza in modo sinergico il territorio e le sue eccellenze.
E, allora, diciamo trentatré con l’emozionante aggiunta di tutta la biodiversità della nostra terra.
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