Per i signori della seta è un evento questo vino dal nome buffo: «Caiatì» deforma nell' allegria di un accento le origini di un vitigno finalmente rivalutato. è un Pallagrello dei colli caiatini il primo bianco prodotto da Alois, ma anche il primo vino curato e firmato da Riccardo Cotarella. In appena 1800 bottiglie si legge tutto il significato di un successo. Gli Alois, sull' onda di Vestini-Campagnano altro colosso e pioniere dell' area, affiancano in produzione il Pallagrello bianco all' ormai affermato casavecchia, un rosso di qualità e avvenire chiamato «Trebulanum». Puntano quindi su tutt' e due i vitigni trascurati nel dopoguerra per oltre quarant' anni dai pigri contadini dell' Alto Casertano. Cotarella per il casavecchia ha tradito il suo merlot, chiedendo il reimpianto in altri due ettari della Fattoria Alois nel vigneto di Morrone della Monica. Una decisione che illumina di orgoglio Michele Alois, patriarca senza autunno, che ha spinto Gianfranco in politica e lasciato le seterie a Massimo, per occuparsi lui di vino. Il rosso e il bianco della sua terra, nel centro di Pontelatone. Sorprendente emozione per una dynasty che aveva infilato altri successi: le sue sete sono alla Casa Bianca, al Quirinale, nelle Stanze Vaticane, persino nel Sultanato del Brunei. «Caiatì» è un giallo paglierino, asciutto e persistente nel gusto, con profumi di mela e ananas. Più frutta che fiori. Fresco, con tutte le grazie del pallagrello premia anche l' oscuro lavoro in vigna dell' agronomo Trabucco. Fattoria Alois, Pontelatone, 0823-301082
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