Quanto a puro divertimento, la giornata di Campania Stories dedicata ai bianchi si conferma irrinunciabile. Per livello medio, punte e varietà di espressioni siamo al vertice dell’offerta nazionale. E si potrebbe tranquillamente costruire una carta di soli bianchi campani, andando a coprire un po’ tutte le esigenze gastronomiche e stilistiche.
Zone e annate
Il primo test di gruppo sulla 2017 spiega una volta di più che le vendemmie “tropicali” non sono necessariamente un problema da queste parti. A maggior ragione se ci spostiamo nelle aree interne di Sannio ed Irpinia: i vini da falanghina, fiano e greco appaiono comprensibilmente più leggibili e accoglienti del consueto, ma i più promettenti non mancano certo di linfa sapida e nerbo.
E’ semmai il confronto ravvicinato con la precedente a “penalizzarli”, al netto della fase giovanile. Un’annata più completa sotto ogni punto di vista, la 2016, nonostante o forse proprio grazie all’andamento climatico ed agronomico tutt’altro che lineare o confortevole (a partire dalla gelata di fine aprile). La maggior parte dei consigli per gli assaggi sono legati a questo millesimo, Irpinia (livello medio più alto sui Fiano di Avellino, meno omogeneità ma vette assolute sui Greco di Tufo) e Campi Flegrei in testa.
Di 2015 e 2014 abbiamo detto e stradetto: quasi speculari sul piano meteorologico ed espressivo, continuano a fornire spunti di grande interesse attraverso le uscite ritardate di cru, selezioni e “riserve”, provenienti un po’ da tutte le zone. Ne trovate più di qualcuno nel riepilogo che segue.
Leggi l'articolo completo di Paolo De Cristofaro su Tipicamente.it >