Casavecchia

Sul casavecchia regna un alone di mistero, fatta eccezione per la leggenda tramandata dai contadini che fanno risalire la scoperta in un vecchio rudere "a casa vecchia", nel Comune di Pontelatone, di un ceppo di circa 1 metro di diametro, probabilmente sopravvissuto alle tremende epidemie di oidio (1851) e di fillossera.

Il Casavecchia, dotato di caratteristiche di straordinaria qualità, è oggi oggetto di studi da parte delle facoltà di agraria dell'Università di Napoli e Firenze.

Sono state avanzate alcune ipotesi secondo le quali il Casavecchia deriverebbe dal vino Trebulanum, decantato da Plinio nell'opera Naturalis Historia, prodotto da vitigni ubicati sulle colline che circondavano l'antica città sannitica di Tremula Balliensis in un territorio attualmente comprendente il comune di Pontelatone, Castel di Sasso, Liberi e Formicola.

La propagazione avvenne attraverso il taglio e l'impianto di talee e l'antico metodo della propaggine, che prevede l'interramento di un tralcio finché non sviluppa radici proprie.

Il tipo di nuance olfattivo/gustativa che il Casavecchia dona al bicchiere ha un senso evocativo, un umidore ancestrale come pochi altri frutti.

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